lunedì 5 novembre 2007

Tutti gli uomini del ministro: consulenze a centinaia nei palazzi de "la casta"

Erano mille, erano giovani e forti e...son consulenti! E per la precisione, sono anche di più: 1253, numero che racchiude in sè una galassia infinitamente variegata, una costellazione di giornalisti, rettori, giuristi, webmaster, professori, avvocati e - ovviamente - "figli di" che, mese dopo mese, appesantiscono il già gravemente obeso bilancio dello Stato. Saldamente in testa nella classifica del "facciamo a chi ha più consulenti" figurano i ministri Rutelli e Pecoraro Scanio, rispettivamente con 436 e 344. Al confronto il tanto vituperato Mastella e l'integerrimo di Pietro, entrambi con zero consulenti, sono veramente dei "poveracci".

E' vero, per essere onesti bisogna dire che spesso i consulenti non sono altro che dipendenti sotto falso nome (il ministero dell'ambiente quando fu costituito non poteva assumere e risolse l'impasse con una poderosa infornata di contratti a termine) e bisogna altresì ricordare che molti dei consulenti i ministri se li ritrovano sul groppone grazie alla "generosità" dei ministri uscenti, che prima di levare le tende di solito rinnovano tutti i contratti.

Ma anche così...i nudi numeri fanno rabbia: i 5 consulenti (100mila euro l'anno) reclutati da Pecoraro Scanio per il suo gabinetto, gli 8 per i suoi sottosegretari, i 54 per la "protezione della natura", i 107 per la "ricerca ambientale", i 138 per la "difesa del suolo" (e la lista è ancora lunga)...stando a questi numeri l'Italia dovrebbe essere tutta un unico giardino, ubertoso di colori e di profumi...invece la realtà è sotto gli occhi di tutti. Qualunquismo? Forse, ma di nuovo fa rabbia scoprire come i fantomatici "esperti" (e qui non si parla solo di Pecoraro Scanio) lungi dall'essere veramente le persone più qualificate nel campo siano quasi sempre colleghi di partito del ministro di turno, quando non addirittura "figli di" un altro ministro (fin qui Mastella era risultato troppo integerrimo, allora citiamo un esempio per tutti: Pellegrino Mastella, "figlio di", consulente del ministero per le Attività produttive, incarico ufficiale "attività di collaborazione finalizzata all'approfondimento delle specificità dei modelli anglosassoni"). E ancora, fa rabbia la fumosità degli incarichi attribuiti: il sospetto - inevitabile - è che la nebulosità sia strategica, al fine di poter distribuire prebende senza una reale necessità e senza essere per questo criticabili.

Condiamo con un altro pizzico di qualunquismo? Ma sì (non guasta mai): un po' di economia e di sacrifici, anche lato ministri, non farebbe schifo a nessuno, tanto meno all'italico fiscalizzato popolo.

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